Si è svolta nel mese di maggio presso il Collegio Raffaello di Urbino la cerimonia di premiazione della VI edizione del concorso “Eleonor Worthington” sul tema Nuovi linguaggi espressivi , iniziativa che ha voluto trasformare la storia individuale di Eleanor in esperienza collettiva, al fine di contribuire alla consapevolezza della problematica della disabilità, istituendo il premio intitolato alla ragazza , scomparsa nel 2008. Considerevole la partecipazione dei Licei Artistici delle Marche che hanno risposto all’iniziativa e notevole il livello artistico delle opere realizzate dagli alunni di tutti gli istituti, ma indubbiamente encomiabile , fra tutte, la presenza del Liceo Artistico “A.Apolloni” che ha partecipato con un numero di elaborati pari a circa la metà di tutte le opere in concorso e sorprendenti i risultati che gli alunni insieme alle loro insegnanti , prof.ssa Anna Maria Benvenuti e prof.ssa Anna Angeloni, hanno raggiunto: ben tre alunni sono risultati vincitori tra i dieci premiati fra le sei scuole partecipanti, si tratta di Irene Rocchetti della classe 5 A D.P., Niccolò Ripesi della classe 4 A Arti figurative e Federico Andreoni della classe 4 A Arti figurative, rispettivamente vincitori di un tirocinio presso un’azienda del territorio, un premio in denaro di € 200,00 e un premio speciale Piero Guidi. Grandi risultati per un percorso che in modo particolare quest’anno ha rafforzato le finalità del progetto grazie a interventi di esperti , come l’artista non vedente , Daniele Covarino, e Paola Palombi, conoscitrice del linguaggio Lis, e grazie ad esperienze emozionanti come la partecipazione ai lunedì di musicoterapìa che coinvolgono gli alunni disabili di tutto il Polo scolastico 3 . Si riconferma dunque il valore di questa iniziativa , che il Liceo artistico ha saputo cogliere, tre anni fa, per l’opportunità che offre all’istituzione scolastica , agli alunni e ai docenti di crescere ed arricchirsi di nuove esperienze rispetto ad una problematica così urgente e importan”te come quella dell’inclusione sociale della disabilità.
Rocchetti Irene “KIT creATTIVO”
Dimensioni: 26x10x21Tecnica: Timbri, legno e gomma“KIT creATTIVO”
Il premio di quest’anno pone l’accento sugli aspetti dei nuovi linguaggi espressivi per permettere al disabile di interagire e comunicare con le persone vicino a lui e con la società. A tale scopo il mio progetto si presenta con un kit creativo che attraverso l’uso dei colori e dei timbri rappresentanti alcune immagini tratte dalla comunicazione aumentativa alternativa, si pone l’obbiettivo di diventare un mezzo interattivo attraverso cui l’individuo può avvicinarsi in maniera divertente a questo tipo di linguaggio fatto di ideogrammi ,pittogrammi e parole ma anche costituire uno strumento di interazione e integrazione per la persona disabile che attraverso questo gioco ha la possibilità di esprimere se stesso , i suoi bisogni e la sua personalità nonché partecipare ad un attività che non necessita di nessuna divisione tra disabili e normodotati.
Ripesi Niccolò “Ciò Che Vogliono Dirci”
Dimensioni – A3 297×420 mm Tecnica – Fotografia e Graphic Design“Ciò Che Vogliono Dirci”
L’immagine (da me realizzata) illustra persone comuni, mentre un ragazzo affetto da handicap, dipinge sulla parete del muro un’opera astratta proiettata dal suo pensiero. L’utilizzo del “bianco e nero” individua nelle persone la loro incapacità di cogliere il messaggio, mente un altro personaggio gli sta raccogliendo un pennello caduto a terra: il ragazzo chinato è per metà colpito dai colori, perché si è accorto dei messaggi astratti nella parete, stabilendo una connessione con il ragazzo disabile. Il legame fra i due, è sottolineato dal disegno sul muro che interagisce con le loro ombre.
Andreoni Federico “Our Window”
Olio su plexiglass, legno, e leghe metalliche Installazione 175 x 175 cm.
“Our Window”
La cosa che mi ha affascinato di più e mi ha avvicinato al lavoro è la “Dimensione”
spazio temporale di ognuno di noi. L’installazione vuole lasciare domande indirette, suscitare emozioni e evidenziare l’azione dell’avvicinamento. Questa parete di plexiglass piena di sensazioni, emozioni e ricordi rappresenta l’io e il dentro della persona. La forma dell’installazione riprende la divisione dello spazio nei diedri (metodo utilizzato nella geometria descrittiva) ed è così che con la pedana l’osservatore ha una finestra a strapiombo sull’animo della persona disabile. Tutto ciò è reso però possibile solo con l’avvicinarsi, così il lavoro lascia l’osservatore con una domanda indiretta sull’avvicinamento, azione che ha appena compiuto per guardare fuori questa finestra.