MORE DIMENSIONS LESS INEQUALITY
“Chiamo il nostro mondo Flatlandia, non perché sia così che lo chiamiamo noi, ma per renderne più chiara la natura a voi, o Lettori beati, che avete la fortuna di abitare nello Spazio. Immaginate un vasto foglio di carta su cui delle Linee Rette, dei Triangoli, dei Quadrati, dei Pentagoni, degli Esagoni e altre Figure geometriche, invece di restar ferme al lor posto, si muovano qua e là, liberamente, sulla superficie o dentro di essa, ma senza potersene sollevare e senza potervisi immergere, come delle ombre, insomma – consistenti, però, e dai contorni luminosi. Così facendo avrete un’idea abbastanza corretta del mio paese e dei miei compatrioti. Ahimè, ancora qualche anno fa avrei detto: «del mio universo», ma ora la mia mente si è aperta a una più alta visione delle cose.” (Edwin Abbott Abbott, 1884)
INCLUSIONE | DIVERSITÀ | TRASFORMAZIONE sono le parole chiave da cui, gli studenti della 1A e della 1B del Liceo Artistico Apolloni di Fano, sono partiti per ideare un corto ispirato al romanzo di Edwin Abbott Abbott Flatlandia: Racconto fantastico a più dimensioni ripreso poi da Michele Emmer per il suo corto Flatlandia diretto nel 1982. Flatland: A Romance of Many Dimensions è un romanzo fantastico-fantascientifico del 1884 che narra la vita di un abitante di un ipotetico universo bidimensionale che ad un certo punto viene a conoscenza di un universo tridimensionale. “Infinita beatitudine dell’esistenza! Esso è; e non c’è altro al di fuori di Esso. Quello che Esso pensa, Esso lo dice; e quello che Esso dice, Esso lo ode; ed Esso è Pensatore, Parlatore, Ascoltatore, Pensiero, Parola, Audizione; è l’Uno, e tuttavia il Tutto nel Tutto. Ah, la felicità, ah, la felicità di Essere!” (Edwin Abbott Abbott, 1884) Il racconto degli studenti vede come protagoniste le forme geometriche ed è stato realizzato applicando la tecnica dello Stop Motion. A partire da una breve storia hanno sperimentato una narrazione per fotogrammi in cui sono state tradotte, in una breve animazione, le indicazioni contenute nello Storyboard. Tra le diverse storie raccontate vi presentiamo Philip Cube di Maria Chiara Cilia, Francesco Antinori, Nicole Baci, Lisa Sbernini, Elena Torcoletti.
“Devi sapere che la geometria di cui tutti facciamo parte è un pò come l’acqua, un bene prezioso della vita…ciascuno la può contenere in maniera unica e irripetibile…” (Philip Cube, 2021)
(Attività multidisciplinare realizzata durante le ore di Discipline Geometriche e Laboratorio di Architettura della prof.ssa Veronica Salomone in collaborazione con il lab. di Scenografia del prof. Giorgio Cassoni).